DILETTANTI, TRA FALLIMENTO ED OPPORTUNITA’

 

Lentamente si sta rimettendo in moto la macchina del calcio, scalda i motori la serie A nonostante le perplessità del Ministro dello Sport Spadafora e del Presidente del Coni Malagò.

Si riparte quindi, o meglio si dovrebbe perché il protocollo messo a punto dalle società ancora non convince appieno, le pressioni per un nuovo calcio di inizio sono tante e quindi da maggio al via gli allenamenti prima individuali e poi collettivi degli atleti di serie A, poi per gli altri si vedrà.

Dalla cadetteria a scendere è invece tutto un rebus, promozioni e retrocessioni sono ancora tutte in alto mare ed il rischio concreto è quello di vivere una rovente estate fatta di ricorsi e controricorsi.

Più si scende di categoria e più la nebbia avvolge i campionati ma è cosa logica, la quadratura del cerchio è ben lungi dall’essere trovata stretta dalla necessità di dare regolarità ad una stagione appesa ad un filo ed evidentemente già compromessa con l’esigenza di sopravvivenza di ben 12.000 società e 75.000 squadre.

Il virus ha messo in ginocchio il movimento e le serie minori non sono la serie A. Il circus dei dilettanti infatti non è assolutamente in grado di far fronte all’emergenza sanitaria garantendo standard minimi di sicurezza e, pertanto, con questi presupposti è a rischio anche la prossima stagione.

Il Governo ha stanziato circa 400 milioni di euro ritenuti insufficienti dai Presidenti dei singoli comitati regionali  che difatti stanno valutando diverse soluzioni per integrare tale somma.

Il serio pericolo, al netto della composizione dei vari gironi con strascichi giudiziari annessi, è quello di assistere ad una moria di società che, è utile sottolineare, svolgono sul territorio quel ruolo di aggregazione sociale e di formazione e crescita dei giovani che perdere sarebbe un’autentica catastrofe.

Il futuro è incerto già in tempi di pace considerando che si assiste ogni anno a fallimenti (anche clamorosi), figuriamoci come potrebbe essere il calcio dilettantistico post COVID – 19.

Sponsor messi in ginocchio dall’attuale crisi e pertanto incapaci di sostenere alcun tipo di sforzo economico, amministrazioni comunali impotenti e tantissimi appassionati Presidenti incapaci di far fronte alle spese e costretti a lasciare.

A prescindere dagli obiettivi prefissati ogni società ha costi  gestionali piuttosto elevati.

Ad esempio, una società tipo, che  partecipa ad un Campionato Regionale superiore ( Eccellenza – Promozione) e che vanta un settore giovanile completo, può contare sino a 200 tesserati con relative spese (tesseramento, vestiario, assicurazione).

Altre uscite non trascurabili sono poi quelle legate alle iscrizioni ai vari campionati con i costi per sostenerli, le multe irrogate dalla Lega, l’approvvigionamento del materiale tecnico e medico, i costi di giardinaggio per i campi in erba, i rimborsi spese per gli atleti e, non da ultimo, i canoni di locazione degli impianti sportivi (come nel caso specifico dell’Ars et Labor con il settore giovanile e scolastico che svolge le proprie attività su un impianto privato). 

A lume di tanto è comprensibile come il ritorno al calcio giocato dovrà subire necessariamente una corposa rivisitazione.

L’emergenza può però aprire a scenari nuovi e segnare la rinascita di tutto il movimento.

Al momento poche proposte, si sta parlando, si sta valutando, ma di certo qualcosa di concreto si farà anche perché è proprio interesse delle Leghe tenere vivo il movimento dal quale trae il suo sostentamento.

Quali proposte sono attualmente al vaglio?

Si è discusso tanto dell’impiego degli under e della possibilità di poterne utilizzare 5 in luogo degli attuali 3, ma ciò non rappresenta un autentico cambiamento poiché già diversi club attingono ed impiegano massicciamente calciatori provenienti dal settore giovanile preferendoli a calciatori senior.

Innovativa ed interessante è invece la proposta avanzata dal Presidente del Comitato Regionale della Puglia Vito Tisci, che per i prossimi due anni vorrebbe esonerare dai costi di iscrizione ai campionati le società affiliate.

Si è discusso anche di creare ulteriori gironi per sistemare le squadre virtualmente qualificatesi ai play off al momento della sospensione dei tornei, nonché di bloccare le retrocessioni, ma al momento si tratta di un “pour parler”, vedremo cosa accadrà.

Comunque vadano le cose, mai come in questo particolare periodo storico il futuro del calcio passa dalle scelte coraggiose dei Presidenti, dall’appoggio incondizionato dei tifosi, ma sopratutto dalle decisioni dei Signori del calcio .

Chi governa questo sport oggi è chiamato a riforme importanti  improntate a principi di equità ed equilibrio, scevre da giochi di palazzo; scelte insensate rischierebbero di disperdere quel patrimonio di passione e sacrificio che scende in campo la domenica in tutta Italia.

L’occasione è unica ed irripetibile per creare un nuovo” sistema calcio” libero da interessi economici e da faccendieri che nel corso di questi anni lo hanno corrotto e rovinato.

A cura di Giuseppe Patruno

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